Semeghini Pio
Pio Semeghini (Quistello, 31 gennaio 1878 – Verona, 11 marzo 1964) Grande Maestro dell’arte italiana del novecento. Sviluppa, con lo studio degli antichi maestri italiani, degli impressionisti e l’influenza dei suoi contemporanei, un personale linguaggio pittorico unico che mette a nudo la struttura pittorica dell’opera, precorrendo l’arte informale.
I suoi studi dall’Accademia di Modena e Firenze lo portano alla ricerca delle avanguardie a Parigi dove frequenta il Louvre, il Musée du Luxembourg, l’ Académie Julian, studiando gli impressionisti in particolare Cezanne, Matisse e Bonnard. A Parigi ha contatti con Modigliani, Soffici e Gino Rossi. Rientrato in Italia, dal 1912 trova all’isola di Burano un ambiente ideale e magico per la sua arte, così insieme ad altri artisti che vivono sull’isola Moggioli, Rossi e Scopinich forma il gruppo di Burano. L’anno successivo diviene corrispondente da Parigi del “Corriere Italiano”. Rientrato definitivamente da Parigi nel 1920 firma il cartello dei dissidenti della XII Ca’ Pesaro ed espone alcuni oli alla alla Galleria Geri-Boralevi a Venezia con ottimo riscontro critico. Nel 1926 partecipa alla XV Biennale di Venezia. L’anno successivo assume la cattedra di decorazione al Regio Istituto d’Arte di Lucca dove insegnerà per due anni. Espone, invitato da Maccari, insieme agli artisti legati a “Il Sel- vaggio”. Partecipa alla XVI Biennale di Venezia e alla seconda mostra del Novecento, poi lascia Lucca per insegnare a Monza all’I.S.I.A. presso la Villa Reale, entrando in un fervido ambiente culturale. Frequenta saltuariamente Burano e nel 1930 incontra Gianna Zavatta che diverrà presto sua moglie. Nel 1931 partecipa alla Prima Quadriennale Romana e alla Biennale di Venezia, con successo di critica e consensi. Si apre il periodo più felice per l’artista. Nel 1938 realizza il grande affresco al palazzo di Giustizia di Milano: Cristo legislatore e l’esecutore della legge,(cm.490×480). Si sussegguono i successi per l’artista anche negli anni seguenti con le esposizioni alla Biennale, alla Quadriennale, la personale alla Galleria Barbaroux, la vincita del Premio Bergamo con l’olio “Chioggia” e la nomina alla Reale Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Lascia l’insegnamento a Monza e nel 1943 si trasferisce a Verona, l’unica mostra del periodo di guerra è a Torino. Alla fine della guerra è colto da una dolorosa forma di Herpes Zoster che gli impedisce qualsiasi lavoro fino all’inizio del 1947. Nominato commissario e consulente della Biennale seguira la XXIV e la XXV edizione, fino alle sue dimissioni nel 1950. Nel 1951 espone alla Galleria Gian Ferrari. E’ uno degli artisti di spicco del periodo post-bellico con favore di clitica e pubblico. Si susseguono successi, premi, onorificenze ed esposizioni. Nella primavera del 1960 si lussa l’omero e non riesce più a dipingere. Semeghini muore il giorno 11 marzo 1964 a Verona.
Tutte le immagini sono a scopo illustrativo