Salietti Alberto
Pur avendo svolto la quasi totalità della sua carriera artistica in ambito milanese e ligure, Alberto Salietti – pittore, incisore, mosaicista e affreschista – è rimasto un punto di riferimento per i pittori romagnoli, soprattutto tra le due guerre. Trasferitosi con la famiglia a Milano, Salietti frequenta l’Accademia di Brera fino al 1914. Nel 1920 espone alla Biennale di Venezia e nel 1922 a Milano con Oppi, Dudreville, Tosi e Malerba. Dopo la Biennale di Venezia del 1924 entra a fare parte del movimento Novecento di cui diventa segretario nel 1925. Nel 1926 espone alla “Prima mostra del Novecento italiano” e nel 1927 è tra i fondatori del “Gruppo dei sette pittori moderni” assieme a Funi, Sironi, Tosi, Carrà, Marussig e Bernasconi. È il momento di un generale “ritorno all’ordine”. Nel 1929 espone a Barcellona, nel 1937 a Parigi; poi alla II e III Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia del 1942 dove ottiene il Gran Premio per la pittura. Nel 1933 era stato nominato membro corrispondente della “Wiener Secession” e dal 1933 al 1936 fa parte del Consiglio Superiore per le Antichità e Belle Arti di Roma. Nel 1941 si trasferisce definitivamente a Chiavari, frequentata fin dagli anni Venti. Tra le più importanti mostre postume si segnalano quella tenutasi alla Permanente di Milano nel 1964 e quella del 1972 a Chiavari. Come ritrattista e paesaggista, Salietti – paziente distillatore di influenze post-impressioniste, secessioniste e novecentiste – ha dato un originale contributo all’arte italiana tra le due guerre distinguendosi per una gioiosa e ottimistica adesione al reale, immune da intellettualismi, da ideologizzazioni e da eccessive forzature formali.
Alberto Salietti (1892-1961) acquerello su carta applicata su tela, cm 40×55, firmato in basso a sinistra e datato 1957.
Tutte le immagini sono a scopo illustrativo