Minerbi Arrigo
Nato da famiglia ebraica, frequentò un corso d’Arti e Mestieri a Ferrara. Dopo aver lavorato come ceramista, decoratore, formatore e stuccatore a Firenze, a Ferrara stessa e a Genova (di questo periodo sono da ricordare un gigantesco Nettuno in ferro e cemento del 1910 a Monterosso al Mare ed alcune fontane a Genova), si trasferì, ormai trentacinquenne a Milano dove, nel 1919, si rivelò alla critica ed al pubblico con una mostra personale alla Galleria Pesaro. Dopo la mostra milanese, il successo si rinnovò nel 1920 alla Regionale di Ferrara, nel 1921 nuovamente a Milano, nel 1922 alla Primaverile Fiorentina e poi, da invitato, alla Biennale di Venezia dove espose L’Ultima Cena (o Cenacolo), gruppo in argento a grandezza naturale, in seguito esposto nella cattedrale di Oslo. Il 14 giugno 1925 fu inaugurato nel Parco delle Rimembranze a Bondeno, La Madre, il monumento ai caduti della Prima guerra mondiale per il quale fu poi insignito della cittadinanza onoraria del comune. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali, l’onorificenza gli fu revocata e nuovamente riconosciuta solo nel 2004 dal sindaco Davide Verri grazie alla segnalazione di 2 studenti scout di Bondeno, Massimiliano Scaringella e Francesco Nicoli. Artista prediletto di Gabriele D’Annunzio, che l’ebbe amico e di cui realizzò nel 1938 la maschera mortuaria in marmo, per lui realizzò il ritratto della madre Luisa (oltre al monumento funebre conservato nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara) ed il busto di Eleonora Duse entrambi esposti al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Sempre al Vittoriale si trova una fusione in bronzo della Vittoria del Piave, donata nel 1935 a D’Annunzio. Di quest’opera si conoscono altre copie precedenti, una del 1923, destinata al Monumento ai caduti di Cuggiono (Milano) e un’altra del 1924 per la Torre della Vittoria a Ferrara. Nel 1937 gli fu commissionata dall’arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster la prima, da sinistra, delle cinque porte bronzee del duomo di Milano (sul tema de L’editto di Costantino). La porta fu completata solo nel 1948 poiché lo scultore venne costretto a nascondersi a Gavazzana, in provincia di Alessandria, nella casa paterna di don Carlo Sterpi, poi divenuta museo, e a Roma nel collegio orionino San Filippo Neri, per sottrarsi alle conseguenze delle leggi razziali fasciste. Morì a Padova il 9 maggio 1960.
Tutte le immagini sono a scopo illustrativo