Erba Carlo
Nipote del famoso chimico omonimo, Carlo Erba svolge la propria attività a Milano, legandosi d’amicizia, tra le aule dell’Accademia di Brera e le sale della Famiglia Artistica, con Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Luigi Russolo e altri protagonisti storici del movimento futurista. Nel 1912-13 frequenta Filippo Tommaso Marinetti e collabora con Ardengo Soffici sulle pagine di “Lacerba”. A questi anni risale la sua esperienza più propriamente futurista, della quale rimangono diversi disegni mentre è disperso il dipinto più significativo, Carica di cavalleria (moto in avanti) . Nel 1914, insieme a Leonardo Dudreville, Achille Funi, Antonio Sant’Elia, Giuseppe Ulisse Arata e Giovanni Possamai, è tra i fondatori e maggiori protagonisti di Nuove Tendenze , il gruppo milanese che assimila e porta avanti la lezione di libertà espressiva del Futurismo smorzandone le spinte più audaci. Nel 1915 il linguaggio di Erba volge verso un processo di sintesi nuova, in chiave decisamente espressionista, in sintonia con i contemporanei esiti pittorici di Achille Funi e Umberto Boccioni.
La sua ricerca pittorica, aggiornata sia sulla cultura post-impressionista francese sia su quella espressionista mitteleuropea, si sviluppa attraverso tre diverse intenzioni di ricerca, che l’artista stesso ha indicato con le seguenti parole: in un primo momento “le cose che hanno determinato in me l’emozione hanno avuto ragione d’essere nella loro essenza descrittiva”, poi “m’hanno interessato non come elementi di descrizione, ma come valori di movimento, di masse e di colori ”, ora “la mia opera è in diretto rapporto collo sviluppo armonico-melodico dell’opera musicale” e vuole “rendere in volumi e colori le sensazioni avute dalla musica”.
Tutte le immagini sono a scopo illustrativo