Donghi Antonio
Antonio Donghi nacque a Roma il 16 marzo 1897. Frequentò il Regio Istituto di Belle Arti dove seguì i corsi di decorazione, conseguendo la licenza nel 1916. In questo stesso anno, avviato il servizio militare, andò in Francia nella XV compagnia ferroviaria. Al termine della guerra visitò i musei di Firenze e Venezia prediligendo l’arte del XVII e XVIII secolo. Nel 1922 debuttò alla XV Esposizione della Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. Ma fu solo nel 1924, con le prime mostre personali nella Sala Stuard di via Veneto e alla Galleria Bragaglia, che Donghi cominciò ad essere conosciuto ed apprezzato dal grande pubblico. Nel dicembre dello stesso anno fu presente all’Esposizione di venti artisti italiani, curata da Ugo Ojetti, presso la Galleria Pesaro di Milano, alla quale presero parte, tra gli altri, Casorati, De Chirico, Guidi e Tozzi. E’ già esponente di quella tendenza chiamata in seguito dal critico tedesco Franz Roh “realismo magico”. Artista schivo e riservato, nel 1925 prese parte ad una mostra a Mannheim. Un anno più tardi partecipò con ben dieci quadri alla Exhibition of Modern Italian Art ( New York, Washington, Chicago, San Francisco), organizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1927, con l’aiuto di Lauro de Bosis, tenne una personale a New York e ricevette la First Honorable Mention dal Carnegie Prize di Pittsburgh per l’opera Carnevale. Da quell’anno, prese parte alle più importanti rassegne in Italia e all’estero. Nel 1929 presentò cinque opere alla Prima mostra del Sindacato Laziale Fascista degli artisti e alla Seconda Mostra del Novecento Italiano. Gli anni Trenta rappresentarono per lui un periodo di notevole affermazione professionale; il dipinto Donna alla finestra, presentato alla Biennale del 1930, fu acquistato dal Museo d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. L’anno successivo la Donna alla toeletta venne acquistata per la costituenda Galleria Mussolini e Il Battesimo entrò nel Museo Civico di Torino. Nel 1936 ottenne l’insegnamento di figura disegnata alla Regia Accademia di Belle Arti e Liceo Artistico di Roma. Tre anni dopo l’Istituto Centrale del Restauro gli affidò la direzione del settore tecniche pittoriche. Significativa nel 1942 la monografia pubblicata da Scheiwiller con testo di Leonardo Sinisgalli. Partecipò alla IV Quadriennale nel 1943 e tenne una personale a Roma nel 1945 presso la Galleria La Finestra. Nel clima culturale del dopoguerra Donghi continuò a produrre solo per alcuni affezionati collezionisti. Nell’ultimo periodo si concentrò sulla raffigurazione del paesaggio partecipando in tono minore alle Biennali veneziane del 1952 e 1954. Morì a Roma nel 1963.