Capogrossi Giuseppe
Giuseppe Capogrossi (Roma, 7 marzo 1900 – Roma, 9 ottobre 1972). Esponente della scuola romana con Cagli e Cavalli. Figura di rilievo nel panorama dell’informale italiano: Caporossi segnico, Lucio Fontana gestuale e Alberto Burri materico. Nel 1923 frequenta la scuola di Nudo di Felice Carena. Qui dipinge nature morte e ritratti femminili. Tra il 1927 e il 1931 compie ripetuti viaggi a Parigi. Le sue opere risentono dei soggiorni parigini, dagli impressionisti a Picasso. Nel 1933, a Milano, con Cavalli e Cagli espone come “Gruppo dei nuovi pittori romani”. In ottobre decidono di stilare il Manifesto del Primordialismo Plastico, ma successivamente scioglieranno il sodalizio. In dicembre, tuttavia, prende parte a “l’Exposition des Peintres Romains” a Parigi. Nel 1935 a Roma alla II Quadriennale presenta alcune opere. La critica lo riconosce tra i protagonisti del rinnovamento della pittura romana. Nel 1937 figura in tre mostre internazionali: a Pittsburgh, New York e Berlino. Esporrà per diversi anni alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Parteciperà più volte alla mostra Documenta di Kassel e alla Biennale di San Paolo del Brasile. Nel 1939 ha una sala personale alla III Quadriennale di Roma. In questi anni, nella sua pittura, il colore si accende nelle gamme dei rossi, viola e arancio. Dal 1947 soggiorna ripetutamente in Austria, dove disegna cataste di legna, che gli suggeriscono forme sempre più geometrizzate. Negli anni del dopoguerra le sue ricerche sul segno lo affermeranno come uno dei maggiori esponenti dell’informale in campo internazionale. Nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia presenta opere frutto della nuova fase neocubista. Nel 1950 a Roma, con grande scandalo della critica, esordisce con la nuova produzione astratta. Nel 1960 espone alla II Biennale Internazionale di Tokyo. Nel 1964 dichiara di essere in una fase più avanzata del figurativo, in cui le forme naturali non sono più imitate ma assimilate.