Caffi Ippolito
A diciotto anni Caffi si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che frequentò fino al 1829 seguendo i corsi di figura e di nudo e le lezioni di prospettiva, discipline che non lo coinvolsero quanto aveva sperato e suscitarono anzi in lui il desiderio di recarsi a Roma in cerca di nuovi orizzonti artistici.
L’esperienza romana fu decisiva per Caffi che comprese la sua vera inclinazione per la pittura di paesaggio e si dedicò con passione a ritrarre dal vero campagne e scorci di Roma.
Nel 1835 pubblicò una sorta di manuale Lezioni di prospettiva pratica ove approfondì il rapporto tra prospettiva e veduta di paesaggio, ma crebbe in lui dall’altro canto il fascino per l’aspetto più vissuto degli scorci cittadini, ritratti spesso durante la vivacità spettacolare di feste e cerimonie pubbliche.
L’artista, pur dipingendo sempre ad olio, si cimentò con successo anche nell’affresco, come pure nell’acquerello e nella litografia.
Nel 1848 inizia la fase più movimentata e sofferta della sua vita di fervente patriota, che non lo vide mai interrompere l’attività, poiché il ogni luogo cui approdò anche per breve tempo trasse un ricordo pittorico.
IPPOLITO CAFFI (BELLUNO 1809 – MARE DI LISSA 1866) VEDUTA DI ROMA DAL PINCIO, 1855 Olio su tela cm. 28×43,8
Ippolito Caffi (Belluno 1809 – Lissa 1866) LA BASILICA DI SAN MARCO E LA PIAZZETTA olio su rame, cm 19,8×25,2
Tutte le immagini sono a scopo illustrativo