Brauner Victor
Pittore dadaista poi surrealista, ha fatto parte, come Constantin Brâncuși, Eugène Ionesco, Mircea Eliade, Panaït Istrati e Emil Cioran, dell’importante comunità di artisti e intellettuali rumeni di Parigi. Ha studiato alla scuola di Belle Arti di Bucarest dal 1919 al 1921. Nell’ottobre 1924 espose per la prima volta le sue opere in una galleria, nello stesso anno pubblicò con Ilarie Voronca il primo e unico numero della rivista “75 H.P.” da loro stessi fondata, nella quale è contenuto il manifesto della “picto-poésie”: non solamente pittura, né solamente poesia, la “picto-poesia” contrappone forme geometriche differenziate dal colore e dal tocco del pennello, sulle quali vengono scritte parole a mano o a stampa, formando, secondo lo spirito che le anima, sia futurista, o dadaista, o costruttivista, un vocabolario i cui significati non hanno senso che per il loro “scritto” sulla tela e sottolineano l’espressione dinamica dell’immagine. Un primo viaggio a Parigi nel 1925 gli fece scoprire Giorgio de Chirico ed i surrealisti. Nel 1934 espose per la prima volta a Parigi alla Galleria Pierre; André Breton scrisse la prefazione del catalogo della mostra. Nel 1935 Victor Brauner ritornò a Bucarest, dove rimase fino al suo ritorno a Parigi nel 1938. Il 27 agosto di quell’anno, durante un litigio tra amici, venne colpito da un bicchiere e ferito gravemente all’occhio sinistro. Fino al settembre 1939 il pittore attraversò il periodo detto delle “Chimère”. Dopo la disfatta del 1940 e l’occupazione parziale della Francia da parte dell’armata tedesca, Victor Brauner si rifugiò nella città di Air-Bel vicino a Marsiglia dove ritrovò altri artisti come André Breton, Max Ernst, Wifredo Lam, Victor Serge. Sperava di ottenere un visto per lasciare la Francia e scappare all’oppressione nazista, ma non ci riuscì. Victor Brauner si rifugiò nella regione di Perpignan presso la famiglia del poeta surrealista Robert Rius fino al termine del conflitto. Nel 1947 partecipò all’Esposizione internazionale surrealista, alla Galleria Maeght e presentò il suo essere-oggetto le « Loup-table». Dopo questa mostra lasciò il gruppo surrealista e la sua pittura si attenuò fino quasi a diventare monocroma. Nel 1965 ebbe anche rapporti epistolari col critico d’arte Eraldo Di Vita, che aveva scritto degli articoli su di lui.