Enrico Prampolini
Enrico Prampolini (Modena, 20 aprile 1894 – Roma, 17 giugno 1956). Nel 1912 s’iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Roma, ma viene espulso l’anno successivo per aver pubblicato un manifesto antiaccademico. Esponente di primo piano del Futurismo, frequenta lo studio di Giacomo Balla. Ha stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee: con il dadaismo, il Bauhaus, il De Stijl, con Pablo Picasso, Vasilij Kandinskij e Jean Cocteau. Occupa un posto a sé nel panorama europeo dell’arte astratta. Si caratterizza per il suo profondo interesse per il dinamismo e l’organicismo, che si manifesterà negli anni Trenta e Quaranta in visioni cosmiche ed oniriche. Dopo l’esperienza futurista, realizza anche opere polimateriche e bioplastiche, in cui appare talora influenzato da visioni del microcosmo. Il suo intento, come lui stesso ha dichiarato, è di esprimere le estreme latitudini del mondo introspettivo. A Parigi, nel 1925, entra in contatto col Surrealismo, di cui risente la sua fase definita “idealismo cosmico”. E’ uno stile pittorico che combina forme biomorfiche e forme non oggettuali, talora con inserti polimaterici. La sua produzione più tipica è da ricercarsi nei bozzetti per scenografie: è stato titolare della cattedra di Scenografia all’Accademia di Brera di Milano. Tra le sue numerose opere, particolarmente suggestiva è la Maternità Cosmica, conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
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